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Un Comunista può…

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un nostro compagno. Invitiamo tutti a leggerla e a condividerla.

SINISTRA: PARTITO CORTEO A ROMA, L'OPPOSIZIONE E' NOSTRA

Può un comunista?

La somma non ha fatto il totale. Il poker di partiti è perdente. I figli e le sorelle d’arte di Rivoluzione Civile non hanno convinto. I magistrati in  politica preoccupano.  Le case di Di Pietro sono troppe.  E dov’è andata la società civile? Monti ha ucciso il bipolarismo. I tecnici irresponsabili scendono in campo e il palleggio del Pd crea intermittenze a destra e a sinistra. L’orecchio sinistro di Bersani è sordo. La censura mediatica impera. Il piffero magico di Berlusconi ipnotizza  ancora e la distanza tra Italia e italiani cresce. Grillo ha intercettato il malcontento e noi no. Perché la legalità non vende e neanche la farsa dei sondaggi. Due mesi non fanno una rivoluzione. Perché Renzi vinceva, ma quello di Marchionne. E allora diventano tutti nemici e pochi avversari. La Fiom non ci vota, vota Grillo, poco Sel e  la Cgil  non ci chiama.  Demagogia elettorale e berlusconismo di sinistra allontanano una sinistra normale. Il conflitto degli interessi diventa  una  farsa. Vincono le preferenze abusive al sud. Perche l’Italia è un paese moderato anche quando è affamato disoccupato. Perché se Bersani dice no a Ingroia, lo fa anche Zingaretti. Perché Ambrosoli non dice no e perde lo stesso. Perche’ adesso si dimettono tutti e i comunisti non incidono più. Ma un comunista in più o in meno cosa importa? Perché un comunista non può essere governista e a chi giova la “riserva indiana”? E quanti  ancora si sciacquano la bocca con Berlinguer, tanto i comunisti servono solo al passato, ai ricordi di gioventù.. Adesso vedremo il governo dell’opposizione irriducibile, contro l’opposizione di un governo porcello. E adesso ci diranno con il dito puntato, può un comunista votare così ? La risposta non cambia l’esito, ma la diamo lo stesso.Può un comunista  ripudiare l’art. 11 e sostenere Afghanistan e acquisto degli F35,  siccome ci sono in ballo 1000 posti di lavoro ?

Si può accettare l’idea che se ne compri di meno sei  comunque di sinistra?  Si può cancellare l’articolo 18  perché siamo in crisi  e dobbiamo dare un segnale ai mercati? Può un comunista “sposare”  la causa Marchionne, stralciando con un sol colpo dignità, diritti, salario e rappresentanza sindacale, perché c’è la globalizzazione?  Può un comunista sostenere un governo, in nome e per conto di un’ Italia più giusta, dove salari pensioni e lavoro vanno pagati solo dopo aver raccolto le briciole avanzate dalle banche e dai potentati della finanza internazionale? Puo’ la sinistra sostenere un governo tecnico che toglie e taglia soltanto a chi non ne ha?  Puo’ un comunista sostenere questa sinistra?  Diventi comunista  se invece ritieni che tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva e che il  sistema tributario è informato a criteri di progressività.

Perché oggi la Costituzione è Comunista.

E‘ diventato comunista credere che l’Italia  sia una Repubblica democratica fondata sul lavoro? Che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge?  E  abbastanza comunista  lottare per rimuovere gli ostacoli economici e sociali, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese?

E’ comunista riconoscere  a tutti i cittadini il diritto al lavoro, promuovere le condizioni che rendano effettivo tale diritto?

E’ comunista  sostenere  che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa e che la durata massima della giornata lavorativa è stabilita dalla legge? E non da Marchionne.  Può bastare?

E le 5 stelle in movimento sono cura ricostituente o metastasi?

Ci eravamo accorti della rabbia di molti cittadini, della voglia di urlare fuori dalle sigle di partito, l’assoluta lontananza  di idee e vedute sulle cose da fare per restituire dignità al cittadino prima ancora che alla politica. La politica non viene più percepita come uno strumento /servizio/ forma di partecipazione ma come vecchia pratica spartitoria di risorse e potere dopo il saccheggio. “Si dividono il bottino, mandiamoli a casa”. Vedevamo anche l’emergere di una sempre più definita voglia “partecipata” di strappare egemonia,  di entrare nel palazzo come cittadini derubati da tasse, debiti e disservizi. 

Sarebbe stato utile cavalcare senza demogogia il buono di questa  “rabbia” e rivolgerci ai nostri elettori con lo sguardo aperto, perchè il  consenso della rabbia da solo stabilisce solo deleghe in bianco e odio sociale.

Sarebbe stata più utile una campagna meno leaderistica  e più vicina alla gente (termine eretico) nei toni e nei temi, garantendo  maggiore impatto e esaltando la forza della diversità rispetto ai messaggi di “infruttifera responsabilità” di un centrosinistra orbo verso urgenti e necessarie politiche unitarie  e particolarmente sordo a sinistra. Ancora una volta si è pensato di correre da soli, di risultare autosufficienti e invincibili  a prescindere, ignorando una parte d’Italia  disposta a collaborare senza  però disconoscere i propri valori e i propri ideali (altro termine eretico). Pur di sventolare una sola bandiera  sono riemersi  tutti i pregiudizi vecchi e nuovi, i veti, la censura mediatica, fino  al suicidio elettorale.  Quando potremo liberarci dalla cultura politica bigotta e del berlusconismo di sinistra ?

Noi dovevemo andare ben oltre la simpatica, ma evidentemente non incisiva, definizione di “rivoluzionari civili”; peraltro i temi della legalità della lotta alla mafia non sono risultati convincenti per una grande parte del popolo. C’è ancora un popolo che si è confermato moderato anche se disoccupato ed affamato. C’è ancora un popolo per Berlusconi e le sue magie.

Ma  per il resto d’Italia il  segnale è arrivato forte, chiaro e ineludibile: o si cambia o si cambia.

Oggi ci resta la Costituzione e la indispensabile funzione di garanzia del Presidente della Repubblica presente e soprattutto futuro. Speriamo  sia capace di interpretare l’urgenza e la domanda di cambiamento dentro la meravigliosa cornice delle regole democratiche di una Repubblica  possibilmente fondata sul lavoro.

E i comunisti? Oggi ci sono tanti comunisti non comunisti (provate a parlare con la base del pd) e altrettanti  non comunisti convintamente “comunisti” (provate a parlare con la base m5s)  perchè comunista per loro è solo un ‘aggettivo’ . Poi ci sono i comunisti comunisti, ma questa è un’altra storia e prima di raccontarla dobbiamo rifarla.

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