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ATAC, rincari senza miglioramenti del servizio affossano il tarsporto pubblico romano

Dal 25 Maggio l’ATAC aumenterà le tariffe del trasporto pubblico, questo dopo il decreto approvato dalla giunta Alemanno. Il provvedimento è stato fatto per aumentare gli incassi della indebitata municipalizzata romana ma dietro a questi aumenti non c’è alcun piano di rilancio, nessun investimento per migliorare il servizio.

Aumenteranno i biglietti del 50%, anche gli abbonamenti mensili e annuali avranno dei rincari pesanti e per le famiglie romane quindi si prospetta un ulteriore spesa per muoversi in città. Lavoratori e studenti, già fortemente pressati dalla crisi, avranno ancora più difficoltà per andare al luogo di lavoro e nei luoghi di studio.

Un aumento delle tariffe è giustificato quando c’è un miglioramento sensibile del servizio, e a Roma ci vorrebbe proprio un miglioramento del trasporto pubblico. Treni che ritardano di ore, autobus vecchi e rotti, condizioni fatiscenti dei treni, pochissimi sostegni per disabili, mancanza di aria condizionata, mezzi inquinanti; tutto questo rimarrà, spenderemo solo di più per prenderli.

Uno degli adesivi di protesta per i rincari

Alemanno ha detto di lasciare i biglietti singoli ai turisti e ai viaggiatori e di fare gli abbonamenti perché non ci saranno rincari. Forse il sindaco non reputa rincaro un aumento dell’annuale da 230 a 250 euro.

Per i studenti non ci saranno più gli abbonamento mensili a 18 euro, gli stessi passeranno da 30 a 35 euro; quindi una spesa doppia per le famiglie che hanno dei figli che vanno a scuola a Roma.

Le prime proteste sono già scattate, gli studenti romani si sono già organizzati per fare un nuovo sport contro i rincari, “Il salto del tornello”. Una simpatica protesta che però sarà sicuramente applicata da tanti romani (e dagli torto).

Insomma al caro Alemanno non frega nulla dei romani, al massimo gli importa solo di Casapound.

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